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| The Primitive Future ...is back |




 

UNA LENTA RINASCITA


Siamo lieti di presentarvi il catalogo realizzato in seguito all’allestimento della mostra dei nostri artisti Antonio Barbieri e Luca Grechi “FUTURO PRIMITIVO”. La mostra è stata curata da OCCOstudio all’interno del suggestivo Palazzo Storico Comunale di Montalcino.Questo catalogo rappresenta un regalo per tutti i nostri Clienti e per tutte le persone che ci seguono, come auspicio di riflessione e rinascita lenta dopo quello che ci è successo negli ultimi mesi. OCCOstudio, a differenza di molte altre realtà, ha preferito rimanere in silenzio durante il Lock-Down, perché ritenevamo che il tempo “forzatamente sospeso” che ci è stato imposto dagli eventi, non andasse “riempito” di contenuti verbali, ma piuttosto usato per consolidare i ricordi più belli e prepararci ad immaginarne altri. Buona lettura e visione a tutti. Stefania Sagliocco Architetto

 

A SLOW REBIRTH



We are glad to present the catalogue we realized after the setting up of the exhibition “Primitive Future” from our artists Antonio Barbieri and Luca Grechi. The exhibition was curated by the OCCOstudio inside the historic City Hall of Montalcino. This catalogue represents a gift to our clients and all those people who follow us, as a wish of reflection and slow rebirth after what happened in the last few months. OCCOstudio, unlike other realities, preferred to remain silent during the lockdown because we thought that the “forcefully suspended” time, which was imposed on us by the events, had not to be filled with verbal contents, instead it had to be used in order to strengthen the most beautiful memories and to prepare to imagine more.  Happy reading and good vision.

Stefania Sagliocco Architetto



 



 

I PROTAGONISTI



Il lavoro di Antonio Barbieri (nato a Rho, 1985) si contraddistingue per una fusione tra tecnologia e tecniche artistiche legate alla tradizione.

La poetica di Barbieri si pone a crocevia tra figurazione e astrazione, cercando soluzioni e nuovi approcci a problemi formali senza tempo. Muovendosi tra diversi campi, l’artista arricchisce la propria ricerca utilizzando un approccio alla forma sempre diverso, creando una produzione eterogenea ma con forti elementi di riconoscibilità. I soggetti che ne derivano spaziano dalla reinterpretazione della figura umana, indagata in profondità nei rapporti e nelle connessioni tra uomo e società, allo studio tassonomico del regno vegetale, rielaborato grazie alla modellazione tridi- mensionale. La continua sperimentazione, lo porta a un uso massiccio della tecnologia che fa da humus al concepimento delle opere, attraverso la digitalizzazione e la rielaborazione di forme naturali. L’ultima produzione di lavori, ad esempio, si concentra sulla parte invisibile della natura. Uno studio interdisciplinare che comprende sistemi molecolari, micropaleontologia e teoria dei geoni e che ha come obbiettivo quello di mescolare gli archetipi formali e creare nuovi approcci alla scultura.


 



Luca Grechi, nato nel 1985 a Grosseto, vive e lavora a Roma. Dal 2004 al 2008 ha viaggiato tra l’America centrale, il sud America e la Francia. Si stabilisce poi a Roma dove nel 2010 consegue il diploma di laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti con l’artista Enzo Orti.

Durante i suoi viaggi ha approfondito il suo interesse per il disegno dal vivo e il paesaggio, sviluppando una peculiare attitudine per la raccolta di oggetti e carte abbandonati e lasciati in balia degli eventi, quali elementi altamente suggestivi per la sua ricerca attuale ispirata dall’osservazione della natura, dai processi di trasformazione e di evoluzione delle cose in relazione al trascorrere del tempo.



 

FOCUS ON...


La Pièce... luci, suoni, odori

L'allestimento di Futuro Primitivo e' stato parte integrante dello sviluppo del progetto curatoriale. In totale contro-tendenza con l'abitudine di inserire le opere d'arte in contenitori del tutto scarichi di connotazioni estetiche proprie ( con una predilezione quasi abusata di pareti bianche e pavimenti bigi), per questo percorso e' stato scelto di immergere invece il visitatore in una sorta di ALTROVE, che di per sé narrasse un'esperienza sensoriale di crescita e di consapevolezza nella fruizione delle opere. Come in una sorta di pièce théâtrale a parti invertite, il visitatore ha attraversato la narrazione di differenti epoche del pensiero umano, immergendosi in suoni, odori e ambienti luminosi, che variavano lungo tutto il percorso espositivo. Particolare interesse e'  stato dedicato allo studio dell'illuminazione piu' adeguata, ma anche all'inserimento di oggetti "altri" rispetto alle opere dei due artisti in mostra, Antonio Barbieri e Luca Grechi.


Le Anfore

Le anfore al centro di Natura Padrona, sono reperti originali, trovati durante gli scavi del sito di  Poggio Civitella a Montalcino alcuni anni or sono. Come spesso capita alle nostre straordinarie citta' d'Arte Italiane - piene di tesori oltre la ragionevole capacita' di poterli mettere tutti in mostra- esse giacevano, custodite in silenzio, nelle stesse sale che poi hanno ospitato il nostro Futuro Primitivo. Trovarle durante il primo sopralluogo, ha innescato l'idea stessa dell'allestimento che ne é scaturito.

E' diventata nostra intenzione riuscire a rapportare il visitatore con il dato territoriale, con la regola del territorio, dalla quale non e' mai possibile prescindere volendo ri-scrivere un futuro davvero sostenibile.

Volevamo ( e speriamo di esserci alla fine riusciti) che lo svolgimento della narrazione di questo straordinario percorso di crescita e di evoluzione, partisse esattamente dalle generazioni che ci hanno preceduto, attraverso gli oggetti che esse sono state in grado di creare non solo per assolvere bisogni, ma anche per raggiungere un ideale di bellezza, che ne sapesse migliorare l'asperità delle proprie esistenze. 

Le anfore - fragili come esseri umani abbandonati sulla terra a sopravvivere del proprio intelletto- inermi di fronte ad una Natura che in qualunque momento avrebbe potuto infrangere, raccontano per noi qualcosa di ancora attuale, sebbene pretenziosamente definito come "superato".

Mai come negli ultimi mesi é stato per tutti chiaro quanto la nostra vita potesse essere spazzata via da un momento all'altro; mai come negli ultimi mesi é stato per tutti evidente quanto i nostri agi e i nostri consumi di benessere non possano alla fine dei conti metterci davvero al riparo da Madre Natura.

Eppure il percorso di emancipazione rispetto al dato naturale è legittimo che continui...



Il Poroton

A seguito dal ritrovamento delle anfore - che sono divenute parte integrante della scenografia di allestimento - e' emersa la volontà di continuare a riproporre la trasposizione fra uomo e terracotta anche nelle sale successive alla prima. Durante il percorso era possibile trovare conglomerati ( come rocce ) di poroton che si comportavano da basamento delle opere d'arte, che si ergevano in sostegno alla bellezza creata dall' uomo. Volevamo testimoniare come l'ingegno umano fosse riuscito , nel corso della propria evoluzione, a liberare la materia della propria fragilità, trasformando la terra in un blocco modulare, alfabeto basilare del proprio bisogno di costruire e modificare il dato naturale.



Molti dei visitatori, giunti nell'ultima sala, hanno domandato la possibilità di sedersi sulle due straordinarie poltrone Favela, progetto dei Fratelli Humberto e Fernando Campana prodotte da Edra, che da sempre unisce tradizione artistica, ricerca tecnologica, alta sapienza manuale con materiali di elevatissimo pregio.

L'indiscusso valore iconico delle due sedute, poste davanti alla tela piu' grande di Luca Grechi ( Awakening, Tecnica mista su tela, 180cm x 200cm, 2018 ) e in  rapporto di tensione formale con il resto delle opere in sala, sottoponeva ai visitatori il dubbio di considerare le due poltrone come scultura o come oggetto di funzione.

La scelta e' stata fortemente voluta e questo equivoco è stato creato con intenzione. Volevamo raccontare come anche il design piu' originale possa talvolta entrare in assoluta compartecipazione con il concetto di arte.

Volevamo altresì suggerire la possibilità che creatività e innovazione potessero proprio generarsi e alimentarsi dalla propria regola del territorio, esattamente come nel caso del progetto dei due designers brasiliani, che dal costruire spontaneistico dei clusters di Brasilia avevano saputo trarre la singolare intuizione per disegnare un prodotto del tutto nuovo, ma la cui " pelle" era la nobile citazione del proprio immaginario "locale".


Luoghi come Montalcino non hanno bisogno di somigliare ad una grande città per essere grandi e famosi; luoghi come Montalcino sono capaci di raccontare la propria unicità restando del tutto de-localizzati, e non per questo possono essere considerati in alcun modo fuori dalla mondanità.

Cominciare a ri-screvere un nuovo futuro è possibile e non necessita di alcuna rinuncia ; ri-scrivere il futuro significa interiorizzare l'approccio antico nel continuare a fare cose nuove.

La bellezza del paesaggio della Valdorcia è un eterno monito di come si possa agire per lo sviluppo delle attività umane, in completa armonia con la natura e con il concetto di bellezza. Il patchwork prezioso di colori delle colline toscane é la testimonianza indiscutibile di come  solo un equilibrio sostenibile di attivita' di sfruttamento e natura indomita possano essere una virtuosa soluzione per le generazioni future, di piante, animali e cose e non solo di esseri umani.

Futuro primitivo, attraverso il dispiegarsi delle differenti sale, voleva suggerire ai propri visitatori che non c'era alcun bisogno di restare immobili e impotenti rispetto alla Natura padrona ( I SALA_Natura Padrona ), ne' c'era alcuna opportunità nell'approcciarsi al Pianeta con la presunzione di poterlo controllare ( III SALA _ Autocrazia della Ragione). Futuro Primitivo è stato  ed è un invito rivolto agli abitanti del futuro a prendersi il tempo per ammirare il bello ( naturale o artefatto che sia), per imparare proprio dalla bellezza e dall'armonia ad essa sottesa, a non  farsi piu' fagocitare dalle logiche di uno sviluppo distruttivo ed "esauritore"  delle risorse, ma anzi a farsi promotore di quelle specificita' e bio-diversita' che sono il sale essenziale per la continua rigenerazione del Pianeta.


 

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